Mancava, nello spazio sempre più ristretto della bibliografia dedicata ai trilobiti, un volume che trattasse in dettaglio di questi affascinanti artropodi che si rinvengono nelle Isole Britanniche (Gran Bretagna e Repubblica d’Irlanda). Gli ultimi anni hanno visto in effetti la pubblicazione di un florilegio di volumi da parte di professionisti e collezionisti su questi organismi estinti; infatti mentre sto scrivendo questa recensione (Giugno 2018) un nuovo volume riguardante i Fossili del Paleozoico del Marocco (volume 1) è stato pubblicato. Ma torneremo in futuro con un’altra recensione sulla descrizione di questo libro.
I trilobiti delle Isole Britanniche… chi non ha mai visto su riviste, libri o conferenze descrivere uno di quei stupendi, giganteschi ed affascinanti Paradoxides (Paradoxides ) davidis davidis Salter 1863? Descritti per la prima volta appunto da Salter nel 1863, questi gioielli paleontologici si rinvengono nelle Serie di St. Davidis nel Wales (ora zona protetta e parte del Pembrokeshire National Park), diventando un’icona rappresentativa dei trilobiti del Cambriano medio della Gran Bretagna. I fortunati collezionisti che riescono ad acquisire un esemplare da vecchie collezioni, ne fanno quasi un oggetto di venerazione.
Ma le formazioni geologiche paleozoiche di queste isole hanno dato alla luce innumerevoli tesori paleontologici che sono ancora relativamente poco noti (ma non meno interessanti!) tra gli amatori ed i professionisti. Il volume è dedicato di conseguenza a coloro che desiderano approfondire la conoscenza sulle faune a trilobiti inglesi, fermo restando che è necessaria una conoscenza di base di questi artropodi, non essendo presente nel volume una sezione introduttiva che ne descrive la morfologia, la classificazione e l’evoluzione. Più di quattromila quattrocento specie sono state descritte nelle isole britanniche, una storia di ricerche, studi, pubblicazioni lunga quasi 300 anni, e questo testo ne illustra solo una minima parte, ma con esemplari di eccellente qualità, conservazione e pregio.
I numerosi esemplari illustrati, provengono dalle più importanti collezioni storiche britanniche, come quelle presenti nel Natural History Museum di Londra, il Museo di Storia Naturale dell’Università di Oxford (Oxford University Museum of Natural History), ed il Museo Lapworth dell’Università di Birmingham (University of Birmingham’s Lapworth Museum). Un importante (e fondamentale) apporto iconografico è stato dato anche da collezionisti privati, tra cui prevalgono gli esemplari appartenenti alla collezione di uno degli autori (R.K.).
Il volume, da considerarsi come un atlante fotografico, è organizzato in capitoli che si sviluppano seguendo le differenti periodi del Paleozoico, dal Cambriano al Carbonifero; per ogni sezione un paragrafo introduttivo descrive brevemente il contesto storico, geologico, paleogeografico e stratigrafico, ed il tutto è corredato da carte geologiche semplificate che evidenziano gli affioramenti geologici descritti.
Le zonazioni stratigrafiche mostrano la terminologia utilizzata nelle Isole Britanniche, così come le biozone a graptoliti impiegate per la classificazione biostratigrafica. Data la ricchezza paleontologica degli affioramenti datati all’Ordoviciano, gran parte del libro tratta dei trilobiti di questo periodo, seguita dal Siluriano, Cambriano, Devoniano e Carbonifero.
Le tavole, riccamente illustrate e con chiare fotografie, permettono di visualizzare e riconoscere facilmente le numerose specie trattate. Ogni foto è accompagnata da una didascalia che riporta il genere e la specie, l’autore o gli autori che hanno descritto il fossile, la localizzazione stratigrafica, dove il fossile è conservato e le dimensioni. In evidenza a piena pagina, si possono apprezzare esemplari particolarmente rari o in eccellenti condizioni di conservazione: non posso non citare quindi l’Olenus gibbus Wahlenberg 1818, il rarissimo Macropyge chermi Stubblefield 1927 del Cambriano, l’Ogyginus? (nuova specie), il Pricyclopyge binodosa Salter in Murchison 1859 dell’Ordoviciano, il Deiphon barrandei Whittard 1934 e l’Acaste downingae Murchison 1839, entrambi del Siluriano, il sublime Paladin mucronatus McCoy 1844, del Carbonifero… ma la lista rischia di essere troppo lunga, quindi lascio al lettore il piacere della scoperta.
Il volume contiene circa 800 fotografie a colori e 343 differenti specie e sottospecie. Il formato è 165 x 240mm per 384 pagine e pesa 500g; dimensioni e peso che ne permettono un facile trasporto anche sul terreno, nonostante, come “bibliofago” preferisca conservarlo preziosamente nella mia biblioteca.
Gli Autori
Dr. Robert Kennedy ha dedicato tutta la sua vita allo studio della paleontologia, evoluzione ed in particolare ai trilobiti. Ha ottenuto un Master sui Trilobiti dell’Ordoviciano inferiore del Galles ed un dottorato sui trilobiti del Devoniano Britannico. Il suo percorso grazie ad una notevole forza di spirito e dopo molti ostacoli incontrati durante il suo cammino professionale, lo ha portato ad occupare un invidiabile posto di Principale Curatore scientifico presso il Natural History Museum and Art Gallery in Birmingham. Infaticabile ricercatore e rinomato collezionista, ha studiato siti paleontologici in Francia, Scagna, Germania, Portogallo, Svezia, Estonia, Marocco, Canada ed USA, pubblicando numerosi lavori sulle Monografie of the Palaeontological Society of London ed ha pubblicato articoli sui trilobiti per l’Open University Geological Society.
Sinclair Stammers, già coautore con Pete Lawrance del libro “Trilobites of the World”, Siri Scientific Press (2014), ha collaborato a lungo con l’Imperial College nel Dipartimento di Biologia come fotografo scientifico delle collezioni. Oltre alla stretta collaborazione con Kennedy e Lawrance, attualmente sta sviluppando nuove tecniche fotografiche per l’acquisizione fotografica di organismi microscopici.
***
Kennedy, R., Stammers, S., (2018). Trilobites of the British Isles. Siri Scientific Press, 384pp.
Lingua: Inglese ISBN-10: 0995749612 ISBN-13: 978-0995749610
Molto molto interessante... se volete aggiungere il mio Ogyginus Valexii sono sempre disponibile a mostrarvi una foto visto che ora non è più con me (grazie a dio...)
Bellissima recensione Grazie Enrico... si le zonazioni stratigrafiche sono molto utili per le terminologie usate nelle Isole Britanniche